Simposio internazionale Xylella

Terminato il simposio internazionale sulla distribuzione di Xylella fastidiosa su olivo che ha visto coinvolti 200 ricercatori provenienti da tutto il mondo. Riporto alcuni punti salienti delle sessioni di lavoro per informare tutti coloro che non sono potuti intervenire. Dovrò per forza di cose essere sintetico e cercherò successivamente di commentare ed entrare nel merito dei due giorni di studio e confronto. Si sono susseguiti una serie di interventi da cui è emerso in primis il ruolo dei vettori nella propagazione del batterio. Gli entomologi concordano nel ritenere il Philaenus spumarius, meglio conosciuto come sputacchina, il principale vettore del batterio in lettera. Si sono affacciate anche tutta una serie di ipotesi che riconoscono quali concause la debilitazione delle piante dovuta alla proliferazione di un complesso di funghi del tipo Phaeoacremonium parasiticum, P.aleophilum, P. rubrigenum, P. alvesi e Pleruostomophora richardisiae e dal lepidottero Zeuzera pyrina. I ricercatori hanno fatto emergere che in cogenza di una massiva inoculazione da parte di vettori infetti anche alberi in perfetto stato fitopatologico vengono infettati in modo compromettente. Forte il richiamo dei ricercatori all’implementazione massiva di pratiche atte a contenere la diffusione del patogeno. A tal riguardo oltre alla possibilità di lotta integrata con fitofarmaci, si è parlato dell’importanza della lavorazione del terreno con fresature nei periodi in cui la riproduzione del vettore, P. spumarius, è in fase di neanide sul suolo oltre all’importanza di potature leggere. Allo stato dell’arte è emerso univocamente da parte di tutti i ricercatori che curare un oliveto infetto è un utopia, mentre si può con una certa efficacia prevenire la proliferazione e la diffusione dei vettori. L’ americano Hopkins ha proposto il controllo biologico con l’inserimento di ceppi benigni del batterio e l’inserimento di cultivar resistenti. La brasiliana Alves de Souza ha parlato degli effetti positivi che potrebbe avere la n-acetilcisteina. Si è parlato poi di piante transgeniche capaci di resistere al batterio. E’ emerso anche che a poco servirebbe l’estirpazione di alberi infetti. Una mia considerazione vorrei subito esprimere cioè il silenzio assordante da parte della politica regionale in primis e dei suoi sottoboschi (per capirci le associazioni di categoria). Assenze gravissime, soprattutto quella di Vendola, che generano in chi si aspetta risposte e decisioni un grave sentimento di impotenza. Tale sentimento è aggravato dall’unica decisione certa sull’argomento che è quella di creare una fascia tampone (buffer zone) che isoli il Salento dal resto della Regione, come dire: nel Salento ormai la situazione è compromessa cerchiamo di salvare il possibile. Tutto ciò è allucinante!
Il simposio si è concluso con la visita sui campi della zona infetta. A breve inserirò ulteriori integrazioni con estratti delle sessioni di lavoro e mie considerazioni in merito a quanto già sinteticamente riportato in questo mio post.